da: Il Mattino di Padova, 10 gennaio 2017.
I dati Nomisma riportati dal Sole 24 Ore registrano una crescita del 41,8% dal 2013 al 2016.
Silvia Dell''Uomo (FIMAA-ASCOM): "Sono dati confortanti e tuttavia non riteniamo sia ancora il caso di festeggiare".
I dati Nomisma riportati dal Sole 24 Ore registrano una crescita del 41,8% dal 2013 al 2016.
Silvia Dell''Uomo (FIMAA-ASCOM): "Sono dati confortanti e tuttavia non riteniamo sia ancora il caso di festeggiare".
Padova è l’ottava provincia più vivace d’Italia nelle compravendite immobiliari. A dirlo è uno studio del Sole 24 Ore su dati Nomisma che regista, in provincia, una crescita delle vendite del 41,8% tra il 2013 e il 2016. Una classifica che vede ben tre provincie venete tra le prime otto: Venezia quarta, Treviso sesta e Padova in ottava posizione, forte di quasi 8.400 compravendite concluse nel 2016. «Sono dati confortanti usciti da un centro studi di notevole capacità e tuttavia non riteniamo sia ancora il caso di festeggiare» dichiara Silvia Dell’Uomo, presidente della Fimaa di Padova, l’associazione degli agenti immobiliari affiliata ad Ascom. «Vero è che le compravendite sono in crescita e vero è pure che gli istituti bancari stanno aprendo i cordoni della borsa già da qualche tempo. Ma è vero pure che la prudenza la fa da padrona rispetto a un periodo - quello tra il 2000 e il 2007 - che ha visto un vero e proprio boom dei prezzi, dei mutui e dei tempi di vendita che non crediamo si ripresenterà in tempi brevi». E in effetti, tra la fine del secolo scorso e l’inizio di questo, i prezzi delle case avevano visto incrementi notevoli, fino a un rapporto Lira-Euro che nell’immobiliare si presentava quasi dimezzato rispetto alla realtà. «Se un euro valeva poco meno di duemila lire» ricorda Dell’Uomo, «per le case pareva che ne valesse solo mille. E un appartamento che prima sarebbe costato 100 milioni di lire era messo sul mercato e venduto con facilità a 100 mila euro. Un’equazione errata, causata da dinamiche di respiro globale e non solo italiane: una bolla immobiliare scoppiata con i sub-prime americani e che da noi ha rappresentato la più grave crisi dal 1929. Dopo lunghi anni i prezzi stanno tornando a quelli che erano nel 1999 e il mercato si sta riprendendo sebbene non vi siano accenni a un aumento dei valori al metro quadro in nessun segmento di mercato». E se le vendite crescono, i tempi di vendita del pre bolla-immobiliare (tempi che arrivavano a 3 mesi soltanto) sono ora stabili tra gli 8 e i 12 mesi. «Durante gli anni della bolla c’era la corsa al mutuo e il 30% del mercato era coperto da cittadini extracomunitari che ora rappresentano una percentuale molto più bassa di quella di allora» continua il presidente di Fimaa Padova. «E tuttavia è confortante vedere come il mercato si stia muovendo positivamente. Un andamento a cui contribuiscono tassi di interesse molto bassi e prezzi convenienti ma che vede non a caso tre province venete fra le prime 8: qui da noi, più che altrove, il tasso di risparmio è considerevole e il mercato ha subito flessioni importanti e più significative rispetto ad aree come quella di Milano, più ricche di certo ma dove gli immobili hanno tenuto prezzi più alti».
Riccardo Sandre